vita di una barrique
8 Marzo 2019

La vita di una barrique

Fin dai tempi antichi, già dall’epoca dei greci, la barrique veniva usata per trasportare il vino. L’uso del legno per l’affinamento del vino ha quindi radici storiche e gli effetti sono conosciuti da tempo e molteplici, in base all’utilizzo che il produttore vuole farne.

Se volessimo definire l’impiego generale della barrique potremmo dire che essa viene utilizzata per favorire una lenta micro-ossigenazione del vino: nel contempo cede gradualmente ad esso i suoi componenti, influenzando più o meno le caratteristiche organolettiche del vino stesso. Ovviamente l’influenza è variabile ed è dovuta a diversi fattori quali la tipologia di vino in primis, il tipo di legno e la tostatura di quest’ultimo.

Qui nella nostra cantina, Nicola Dal Maso ha da sempre amato il rovere francese con tostatura media: un legno che cede eleganti sentori di spezie quali vaniglia e leggeri aromi di chiodi di garofano, ma che allo stesso tempo permette al vino di mantenere il suo stile e le sue peculiarità territoriali.
Durante le visite guidate amiamo dire che le barrique per noi sono un mezzo per aiutare madre natura ad esprimersi e a dare il meglio di sé. Il legno della barrique è qualcosa di vivo e la sua evoluzione è costante come lo è il vino contenuto in essa.
La nostra famiglia ha sempre voluto fare un vino “territoriale”, un vino che, una volta annusato, possa far riconoscere il luogo da dove è nato, il terreno dove le vigne avevano le proprie radici, il microclima unico e inimitabile e per ultimo lo stile del vignaiolo. Ecco perché i sentori derivanti dalla barrique non devono sovrastare e coprire gli aromi del vino ma li devono solamente aiutare ad esprimersi.

Le nostre barrique vengono riutilizzate per 4 o 5 volte successivamente. Alla fine della loro vita diventano un oggetto di decoro per la nostra cantina o in ristoranti e locali della zona.
Tra un utilizzo e l’altro dobbiamo ovviamente lavarle accuratamente perché, come altri vasi vinari, contengono incrostazioni di feccia, tartrati e altre sostanze cedute dal vino. Un lavaggio non curato delle barrique può portare alla proliferazione di batteri e lieviti dannosi per il vino, in primis il lievito Brettanomyces. Il lavaggio avviene con acqua calda a pressione elevata.
Una volta concluso questo passaggio, la barrique è pronta per accogliere il nuovo vino.

 

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