10 Dicembre 2019

Il nostro Vin Santo di Gambellara

Il nome evoca leggende e grandi storie del passato.

Le teorie sull’origine del nome sono innumerevoli ma a noi piace ricordare quelle che più si legano alla nostra famiglia e sono anche quelle che nostro padre Luigino ci raccontava.

La prima è che il Vin Santo era il vino usato durante le celebrazioni religiose mentre la seconda fa riferimento al ciclo produttivo secondo cui si faceva finire il periodo di appassimento (e il conseguente inizio della pressatura e poi fermentazione) durante la Settimana Santa.

Ciò che rende unico il nostro Vin Santo è il periodo di affinamento: il vino fermenta e rimane poi in affinamento in piccoli caratelli, botti da 100 lt che si trovano nel fruttaio, ossia all’ultimo piano della nostra cantina, per almeno 10 anni.

Non spostiamo mai i caratelli e quindi vivono gli alti sbalzi di temperatura dall’estate all’inverno: si passa dai 35° in estate ai 3° in inverno.

Trascorsi 10 anni, il nostro enologo, Nicola Dal Maso, decide se il vino è pronto o se invece necessita di maggior tempo di affinamento.

Il vino finale sarà un vino dal colore giallo ambrato ma molto luminoso. Al naso è un vino che regala note dolci di datteri, fichi secchi, nocciole tostate, caramello e noce moscata.

Al palato è imperioso e caratterizzato da una grande freschezza che fa emergere note di caffè e cioccolato arrivando ad una persistenza molto lunga.

Un vino eterno”, ecco come lo definisce Nicola Dal Maso. “E’ un vino che durante i suoi più di 10 anni di affinamento ha vissuto una grande evoluzione: una volta in bottiglia può solamente migliorare”.

Per noi è un vino per le grandi occasioni, come veniva fatto nel passato:il Vin Santo era prodotto e poi consumato nei momenti “unici” di una famiglia come matrimoni e nascite.

Perché non riprendere queste tradizioni?

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