3 Luglio 2019

Vino e clima

Ne parliamo quasi tutti i giorni e lo vediamo ogni giorno di queste ultime pazze estati: il clima sta cambiando rispetto a 20 anni fa e questo ovviamente ha un impatto anche sulla coltivazione della vite.

Quando si parla di cambiamento climatico pensiamo a manifestazioni particolarmente violente e atipiche rispetto a ciò che siamo abituati a vivere, quali ad esempio grandine in misura e dimensione anomale, oppure periodi di grande caldo (proprio come abbiamo vissuto qualche tempo fa).

Solitamente la temperatura ottimale per la crescita e lo sviluppo della vite è di circa 25/28 C° durante il giorno e sarebbe fondamentale anche un’escursione termica elevata per garantire un buon sviluppo di sostanze aromatiche, ritardo nella maturazione, una buona acidità alla vendemmia e un ottimale e non eccessivo grado zuccherino. I vigneti delle 3 zone, Gambellara Doc, Colli Berici Doc e Lessini Doc, sono tutti posizionati in collina e ciò sicuramente aiuta l’importante fattore dell’escursione termica.

Raggiungere 35° C quasi costantemente significa avere maggiori quantità di zuccheri, e conseguentemente maggior alcol nel vino finale. La posizione collinare dei nostri vigneti però ci aiuta a mantenere la freschezza degli aromi e grazie ad una buona escursione termica ad avere anche equilibrio tra alcol ed acidità.

All’aumento delle temperature, in particolare nei centrali mesi estivi, si accompagna spesso una carenza di piogge che mettono la vite in condizione di stress, cioè ad un rallentamento dell’attività fotosintetica ed in generale ad uno stop di tutti i meccanismi di degradazione acida ed accumulo zuccherino ed aromatico con un blocco dell’accrescimento e della maturazione, Ecco perché ricorriamo all’irrigazione di soccorso non come tecnica di forzatura per aumentare il peso dell’acino ma per far sì che la pianta lavori in maniera ottimale la utilizziamo solamente nei momenti al limite per non privare le falde acquifere delle nostre zone di acqua preziosa per tutto il territorio.

Le alte temperature accorciano ovviamente anche la fase fenologica e quindi la maturazione dell’uva avviene in anticipo. Questo porta ad anticipare la vendemmia.

Nicola Dal Maso ci racconta: “ricordo che all’inizio delle scuole a settembre, la vendemmia era appena iniziata. Ho ricordi di anni in cui la vendemmia si chiudeva a novembre. Oggi invece si vendemmia già a metà agosto in alcune annate. Noi aspettiamo il più possibile: attendere vuol dire permettere all’uva di maturare alla perfezione, raggiungere un perfetto sviluppo del corredo aromatico e di avere un bilanciato rapporto tra acidità e dolcezza. Questa è la qualità che rincorriamo da sempre”.

Gestire questi cambiamenti climatici non è facile, alcune volte è addirittura impossibile. Ciò che possiamo fare è prestare massima attenzione al così detto “canopy management” per evitare che gli acini si scottino (sun burn). Ecco quidi che è stata abbandonata la tecnica utilizzata in passato della defogliazione in prossimità del grappolo e cerchiamo invece di proteggere l’uva soprattutto a bacca bianca con un parziale ombreggiamento per impedire la scottatura degli acini e il conseguente blocco di maturazione.

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